S+T+ARTS GRIN EXPO

Nell’ambito di S+T+ARTS, il programma dell’Unione Europea volto a promuovere le sinergie tra scienza, tecnologia e arte per ripensare i modelli economici e sociali e di favorire futuri più sostenibili e inclusivi, il progetto GRIN ha generato nuove prospettive e pratiche attraverso la collaborazione e il dialogo tra arte e scienza.

Combinando pratiche artistiche con l’uso dei dati scientifici più aggiornati, la sperimentazione con l’IA e l’utilizzo della capacità computazionale, il progetto GRIN ha reso dati complessi accessibili a un pubblico ampio, creato spazi per scambi transdisciplinari e aperto canali di dialogo tra specie e agenzie non-umane.

Questa collaborazione ha portato a nuovi approcci critici e sperimentali che pongono la tecnologia al servizio di un rinnovato umanesimo, mirato a un equilibrio ecosistemico che contrasti visioni antropocentriche e tecno-utopiche, in linea con gli obiettivi strategici europei di transizione ecologica e digitale verso una società più sostenibile e a emissioni zero.

/ Una collaborazione tra serra madre e CINECA

serra madre e Cineca hanno curato 3 residenze artistiche che tracciano un percorso immersivo tra le trasformazioni e gli scenari del nostro pianeta. Dalle reti segrete del micelio agli ecosistemi marini: paesaggi sintetici in cui immergersi per esplorare la complessità delle connessioni, delle reti e relazioni che intessono e attraversano il nostro mondo.

Strumenti come l’intelligenza artificiale, i digital twin e il machine learning emergono come nuove risorse per affrontare, comprendere e spiegare i cambiamenti climatici.

Tuttavia, mentre aprono nuove opportunità, sollevano anche sfide e domande. Da un lato, questi strumenti possono servire gli scopi di un sistema capitalistico, colonialista, estrattivista e sfruttatore, rafforzando un approccio che ha trasformato paesaggi ed ecosistemi attraverso genocidi e sfruttamento sistematico. Dall’altro, se guidati da un’epistemologia alimentata da idee di interconnessione, simbiosi e corresponsabilità, possono contribuire a decolonizzare la nostra idea della Terra e guidarci verso scenari non antropocentrici.

Questi “mondi sintetici” possono aiutarci a visualizzare e comprendere le relazioni all’interno di sistemi complessi o in durate temporali difficili da percepire o immaginare. Espandono il nostro sguardo oltre ciò che è immediatamente visibile e ci consentono di sfuggire a una visione puramente antropocentrica, creando nuove narrazioni e nuovi immaginari.

/ Le installazioni artistiche

Marco Barotti

FUNGI. Armonie Simbiotiche

Le melodie segrete del regno dei funghi risuonano attraverso una rete di sculture in ceramica. In Fungi – Armonie simbiotiche, “rete” e “connessione” diventano il denominatore comune per parlare di tecnologia, micelio e natura, superando termini oppositivi attraverso un’installazione sonora immersiva. 

Le sculture, stampate in 3D e realizzate durante la residenza artistica, portano alla luce l’intreccio delle reti sotterranee del micelio dei funghi mycorrhizae attraverso una mappa digitale. Emergendo dal terreno rivelano un mondo sotterraneo. La materialità del corpo ceramico agisce non solo come supporto visivo per osservare le reti di micelio, ma anche come camere acustiche per la melodia generata dal micelio stesso.

L’opera utilizza tecniche avanzate di mapping, reti neurali e stampa 3D per tradurre i dati genetici dei funghi mycorrhizae in un’esperienza musicale e sensoriale, basata sul canto polifonico “Song for Gathering Mushrooms”, (canzone per la raccolta dei funghi), canzone tradizionale cantata dalle donne del popolo Aka (comunità indigena che abita tra il Congo e la Repubblica Centrafricana).


FUNGI ORACLE
Se le sculture portano in superficie ciò che è nascosto, Fungi Oracle espande la sinergia tra funghi e tecnologia. La conoscenza del mondo fungino si espande attraverso un chatbot oracolo: una IA addestrata su un database di letteratura scientifica intorno ai funghi micorrizici. Il pubblico potrà espandere la propria conoscenza, esplorare il mondo sotterraneo e scoprire i legami simbiotici (materiali e simbolici) che interconnettono noi e gli elementi del mondo. 


A cura di serra madre e Rebecca Pedrazzi

Con il sostegno di Alfasigma


Marco Barotti è un media artist. Il suo lavoro è guidato dal desiderio di inventare un linguaggio artistico in cui un’immaginaria epoca post-futurista viene espressa attraverso interventi sonori cinetici in ambienti naturali e urbani. Le sue installazioni fondono la tecnologia audio, gli oggetti di consumo e i rifiuti in sculture in movimento, interamente attivate dal suono. 

Salomé Bazin

Destination Earth

I ritmi e i flussi delle correnti oceaniche diventano un panorama visivo e sonoro immersivo: un’esperienza interattiva che permette allo spettatore di esplorare la delicata relazione simbiotica tra attività umana ed ecosistemi marini attraverso il proprio corpo.

Destination Earth, nasce dall’immaginazione di Salomé Bazin, fondatrice di Cellule Studio in collaborazione con il compositore Robert M. Thomas e l’artista Sebastiano Barbieri

L’invito alla contemplazione è l’inizio dell’esplorazione del legame tra i movimenti e le azioni umane e il flusso delle correnti abissali. Gli spettatori parteciperanno infatti ai ritmi vitali della Terra, potendo ascoltare gli oceani come polmoni del pianeta attraverso un paesaggio sonoro a basse frequenze. 

Fulcro della performance è uno schermo monolitico di 2 metri di larghezza per 4 metri di altezza dotato di un sistema di tracciamento del movimento, che rende possibile l’interazione con gli spettatori. Alle base dell’installazione e dell’osservazione dell’ecosistema marino si trova un set di dati internazionali sul flusso oceanico e sulla propagazione del suono, raccolti insieme a Copernicus, CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) e OGS (Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale).

L’installazione trasporta i visitatori sui fondali dei Grandi Banchi di Terranova (Canada), al confluire della Corrente del Labrador (dall’artico) e della Corrente del Golfo (dall’equatore), mostrando i cicli annuali e i cambiamenti di temperatura dell’Oceano.
Stagioni fredde e calde si alternano come il movimento ciclico dei polmoni che si riempiono e svuotano di un respiro: il calore corrisponde al ritorno dei cetacei e alla crescita frenetica dei commerci via nave, l’arrivo dell’autunno segna un paesaggio sonoro più statico, in una ricerca di equilibrio tra ecosistema, clima e azione umana.


A cura di serra madre e QuoArtis

Con il sostegno di Emil Banca


Salomé Bazin è una designer e artista francese, fondatrice dello studio di design esperienziale Cellule. Il suo lavoro è una tensione tra arte digitale, performance e scenografia, in un’esplorazione di nuovi mezzi per sperimentare fenomeni naturali, tecnologie in evoluzione e la fisiologia umana.

Calin Segal

Tales from the Receding Edge

L’erosione delle coste diventa una metafora materiale, narratrice e scultrice delle forze che agiscono sul e nel mondo. Una forza trasformativa che agisce sulle forme del paesaggio in tempi infinitamente più lenti ed estesi della vita umana.
Tecnologia, coscienza ambientale e immaginazione ecologica si fondono così nella ricerca di Calin Segal per spiegare come il cambiamento ambientale agisce sulle coste del Mediterraneo e non solo.

Gli spettatori sono coinvolti in un’installazione interattiva che li invita a osservare la fragilità degli ecosistemi e a ripensare la loro relazione con le zone costiere in tempi di crisi climatica.

Attraverso un’elaborazione dei dati raccolti in collaborazione con OGS (Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale), Calin Segal fonde sensibilità ambientale e competenza tecnica, sfidando la comprensione dei fenomeni di erosione, che da forza distruttiva, diventano una profonda fonte di ispirazione e un punto privilegiato di contemplazione sul come la nostra azione svolga un ruolo fondamentale nel dare forma al mondo in cui viviamo.

Tales from the Receding Edge prende forma a partire dall’osservazione delle cosiddette wave dynamics (altezza e frequenza delle onde, direzione delle onde, dati sulle maree), e dalla raccolta di dati geologici e geofisici delle aree costiere (variazione dei profili, tracce di subsidenza del terreno, deposito dei sedimenti), dallo studio della frequenza, durata e intensità delle tempeste e dall’osservazione del livello del mare (incremento del livello dell’acqua, temperatura della superficie, correnti oceaniche). Grazie alla capacità di astrazione dell’arte generativa, della data visualization e della stampa 3D, questa mole di informazioni è trasformata dall’artista in una serie di simulazioni idrodinamiche, geofisiche e meteorologiche che consentono allo spettatore di osservare in tempo reale, ma anche di predire in maniera interattiva, il comportamento di eventi atmosferici massivi sulle zone costiere italiane.


A cura di serra madre e Marco Mancuso

Con il sostegno di Boom


Calin Segal è un artista e designer computazionale di base a Parigi, con un’attenzione particolare ai sistemi generativi. Ha co-fondato lo studio di ricerca In-Dialog per esplorare l’intersezione tra arte e tecnologia. Le sue competenze spaziano tra design, artigianato, codifica e modellazione 3D e le sue creazioni sono definite dall’equilibrio tra controllo calcolato e imprevedibilità organica, facendo leva su intricati modelli matematici e algoritmi.

Credits

Il progetto GRIN è stato sostenuto dalla Commissione Europea e ha coinvolto diverse regioni tra cui Alta Austria, Emilia-Romagna, Aveiro, Distretto di Porto e Ostrobotnia Settentrionale e Bratislava, stabilendo centri di collaborazione transdisciplinare tra scienziati, centri di ricerca, ingegneri, designer e artisti, culminando in 10 residenze artistiche.

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